Con il termine ernia, intendiamo la fuoriuscita di un organo o di un viscere dalla cavità naturale che lo contiene, attraverso un canale o un orifizio. La protrusione dei visceri può avvenire verso l'esterno o verso l'interno del corpo per cui le ernie possono essere visibili esternamente o meno . Ogni ernia è costituita anatomicamente da 3 elementi:
- porta d'ernia: cioè il canale attraverso il quale l'ernia si fa strada;
- sacco erniario: costituito dal peritoneo che viene spinto in avanti dall'organo che sta sviluppando l'ernia, assume la forma di un diverticolo della cavità peritoneale;
- contenuto: cioè la parte interna del sacco e può essere rappresentato da qualsiasi organo o viscere.
Cause
Spesso lo sviluppo di ernie è associato a difetti di sviluppo, soprattutto della parete addominale o dell'ombelico che chiudendosi può dare origine ad ernie, in questo caso parliamo di ernie congenite. Queste si distinguono dalle ernie acquisite che si sviluppano a seguito di una debolezza della parete addominale. Esistono delle cause scatenanti e dei fattori predisponenti allo sviluppo di questa patologia. Tra i fattori predisponenti ritroviamo sicuramente l'età (gli anziani sono più soggetti a questa problematica), la gravidanza, una eccessiva magrezza che può portare ad un indebolimento delle pareti. Tra i fattori scatenanti che causano un aumento della pressione soprattutto a livello addominale, ritroviamo obesità, stipsi, eccessivi sforzi fisici.
Sintomi
Tutti i tipi di ernie sono caratterizzati da:
- presenza di forti dolori e forte fastidio nella zona interessata: il dolore è caratterizzato soprattutto da fitte,
- sensazione di tensione sulla zona interessata;
- presenza, in sede erniaria, di un rigonfiamento o tumefazione, evidente ad occhio nudo, che può risultare più evidente dopo degli attacchi di tosse o in generale dopo qualsiasi fenomeno che può portare ad un aumento della pressione addominale;
- pressione in corrispondenza dell'area interessata dall'ernia;
- debolezza;
- aumento progressivo del volume dell'ernia.
Per quanto riguarda la sintomatologia dolorosa questa tende ad aumentare dopo uno sforzo fisico, oppure dopo esser stati per troppo tempo in piedi e durante il corso della giornata.
Esistono moltissime tipologie di ernia a seconda della zona di localizzazione, quelle più diffuse sono le seguenti:
Ernia inguinale: caratterizzata dalla fuoriuscita del viscere che trova spazio attraverso il canale inguinale percorrendolo in tutto o solo parzialmente; la fuoriuscita può essere più o meno importante e nei casi più gravi è visibile esternamente come una sorta di tumefazione.
Ernia ombelicale: la fuoriuscita di visceri o intestino avviene attraverso la cicatrice dell'ombelico e si manifesta come un rigonfiamento intorno all'area dell'ombelico.
Ernia addominale: riguarda la fuoriuscita di un viscere o solo una porzione, dalla cavità addominale in cui è normalmente posizionato, a causa di un indebolimento delle pareti muscolari.
Ernia iatale: quando la parte interessata è lo stomaco, che attraverso un foro a livello del diaframma (iato diaframmatico esofageo), passa dall'addome verso il torace.
Ernia discale: è caratterizzata dalla fuoriuscita di materiale presente all'interno del nucleo polposo del disco intervertebrale, che riesce a farsi strada tra le fibre danneggiate dell'anello fibroso che forma la parete del disco. Questo materiale che fuoriesce dal disco intervertebrale viene a contatto con le strutture nervose presenti a livello della colonna vertebrale, con conseguente sviluppo di sintomatologia dolorosa.
Ernia cervicale: caratterizzata dalla fuoriuscita di materiale dal nucleo polposo di un disco intervertebrale a livello del tratto cervicale, che forma una sorta di protuberanza che va a comprimere le terminazioni nervose dirette alle braccia oppure può comprimere direttamente il midollo spinale.
Consigli del farmacista
A seconda della natura del problema si possono adottare dei piccoli accorgimenti che riducono la sintomatologia, come ad esempio:
se affetti da ernia iatale, evitare cibi piccanti, bevande gassate, quelle contenenti caffeina e gli agrumi. Si possono utilizzare degli antiacidi per ridurre il fastidio soprattutto dopo i pasti:
riduzione del peso corporeo: per evitare un aumento di pressione all'interno della cavità addominale;
per combattere il dolore si possono utilizzare degli antidolorifici come il paracetamolo oppure i FANS come ad esempio naprossene, ketoprofene, etc.;
camminare almeno 30-45 minuti al giorno, per rafforzare la parete addominale ed il pavimento pelvico;
evitare di sollevare oggetti troppo pesanti;
smettere di fumare;
si possono utilizzare degli ausili contenitivi come dei cinti erniari oppure dei corsetti per sostenere la colonna vertebrale